Web e politica: il sito di Italia Viva e come è stato realizzato.

Ho scoperto che il sito di Italia Viva è stato realizzato con Nation Builder, una piattaforma che consente a singoli o gruppi organizzati di creare campagne di ogni tipo attraverso la gestione e lo sviluppo di comunità.

Nation Builder (da adesso NB) è gestito da una società americana che incrocia diversi dati degli elettori inviando poi comunicazioni molto profilate.

In tal senso, il team di Matteo Renzi è sempre stato molto attento a queste innovazioni tecnologiche.

Iscrivendosi a NB si possono attivare campagne di qualsiasi tipo: umanitarie, politiche, di marketing.

Tra i progetti ideati con NB c’è anche quello per modificare la Costituzione degli Stati Uniti.

NB è anche un luogo dove associazioni/organizzazioni/imprese possono aprire un loro spazio online e avviare una conversazione con il pubblico.

La piattaforma è integrata con un’ampia gamma di Social Media come Facebook e Twitter, ha un sistema di reputazione interno, abilita la raccolta di fondi personali e offre una sorta di pannello di controllo che
permette il monitoraggio dei risultati delle campagne.

Al momento però mancano ancora case history importanti per valutare la reale portata di questa piattaforma.

 

Promuovere un’attività con i social – Parte seconda: come sfruttare un errore per farsi pubblicità.

Oggi vi parlo di un altro caso di promozione di attività sui social (chiamiamola pure case history) che mi è balzata agli occhi navigando qua e là proprio sui social.

Il primo caso lo trovate qui. Il terzo arriverà a giorni. Restare connessi.

Il caso di oggi riguarda un simpatico esempio di interazione avvenuto quasi per caso su Twitter.

Essendo io l ‘autore di questo blog dedicato al quotidiano La Repubblica, vengo a conoscenza di un errore apparso sull’ultimo numero del magazine Il Venerdì, il settimanale di Repubblica, in cui lo scrittore Matteo Cerri (qui trovate il suo blog) viene chiamato Mario in una didascalia che accompagna la recensione del suo ultimo libro La cura del freddo, edito da Einaudi.

Ad accorgersi è stato lo stesso autore che in un tweet (lo vedete qui sotto) ringrazia per l’articolo ma confessa (o precisa, se preferite) di chiamarsi Matteo e non Mario.

Il magazine risponde subito a Cerri con questo tweet:

“Ops! Distrazione grave. Chiediamo scusa, pubblicheremo una rettifica sulprossimo numero. Grazie della collaborazione e della cortesia”.

PazzoPerRepubblica rilancia subito l’accaduto con la rubrica “Osservatorio Errori scovati dal diretto interessato. Primo caso in 13 anni di PPR.”

Cerri risponde anche qui inventandosi una sorta di concorso (o contest come direbbe qualcuno):

“Solo per oggi, amici, potete propormi un nuovo nome. Due regole: 1) Deve iniziare per M; 2) Niente nomi di brand (che poi mi tocca pagare i diritti). Il più originale vince copia di A mente fredda autografata con il nuovo nome.”

Ecco sfornato un simpatico modo per promuovere un nuovo libro.

L’idea geniale ha funzionato, sono arrivate decine di proposte e alla fine ha vinto la proposta di nome Miberno Cerri, giochino di parole legato al titolo del libro.

Promuovere un’attività con i social – Parte prima: il nuovo libro di Mario Calabresi.

I social, lo dice la parola stessa, servono per socializzare. Gigantesche piazze virtuali dove ognuno può dire la sua, spesso in veste anonima, soprattutto se si vuole insultare o offendere qualcuno.

In sostanza una gigantesca arena del cazzeggio.

In metropolitana, nei treni o sulle panchine dei giardinetti, la gente non legge più i giornali, legge i social. E’ lì che i giovani (e non solo) vanno a istruirsi o a informarsi su ciò che accade nel loro minimondo, ma anche nel mondo reale.

Ma i social sono anche un’enorme vetrina promozionale con cui, su cui, in cui, comunicare qualcosa che vogliamo vendere, proporre, condividere. Sia esso un prodotto, un libro, un disco o altro.

Io stesso utilizzo i social, nello specifico 4 profili Instagram e 3 pagine Facebook, per promuovere l’attività di mia moglie.

Oggi voglio parlarvi del primo di alcuni casi (chiamiamole pure case history) che mi sono balzate agli occhi navigando qua e là proprio sui social. Altri casi seguiranno nei prossimi giorni.

Il primo caso, appunto, riguarda l’ex direttore di Repubblica Mario Calabresi (ne ho già accennato qui) che lasciata la poltrona principale del giornale romano ha deciso di scrivere un libro (non è il suo primo) e di sfruttare la rete e i social per promuoverlo. Mario ha lavorato tanto negli Stati Uniti e conosce molto meglio di ogni altro giornalista italiano le potenzialità della rete.

Ha da tempo un account Twitter (431.000 follower*) che governa alla perfezione e in cui tiene aggiornati lettori e potenziali lettori degli eventi di presentazione del libro, come farebbe un perfetto ufficio stampa.

Recentemente ha anche aperto una pagina Facebook che in poche settimane ha raggiunto i 45000 like, e anche qui informa quotidianamente i suoi seguaci.

Chi pensava che Calabresi andasse in depressione dopo le vicende di Repubblica si dovrà ricredere. Mario è vivo e lotta. E, secondo me, si diverte pure. Molto più di prima, ne sono certo.

 * Tutti i dati relativi a follower, like e altro sono aggiornati alla data in cui è stato scritto l’articolo.

Socializziamo? (e altre cosine).

 

 

 

 

 

Per chi ancora non li conoscesse, vi segnalo i miei canali social.

Il mio profilo Facebook.

La pagina Facebook di Enrico Maria Porro Comunicazione.

Il mio account Twitter.

Il mio profilo Linkedin.

Il mio account Instagram.

Il mio profilo Pinterest.

E già che ci sono vi segnalo qualche novità social trovata sul bellissimo sito di Ninja Marketing.

Come utilizzare (bene) la pubblicità a San Valentino. Facciamo che vi servirà per l’anno prossimo.

Come trovare l’hashtag perfetto.

La provocazione di art guerrilla di un fotografo.

Appunti di lunedì 3 aprile: #campagneelettorali, #Ilmiolibro, #FondazioneUmbertoVeronesi, #prevenzionecancrotesticoli, #tocchiamoci.

Su Twitter, sotto l’hashtag #candidatichedavvero, si trovano delle campagne elettorali che sono delle vere e proprie chicche.

Tipo quella con protagonista il candidato del Movimento 5 Stelle di Asti.

Nel consueto tragitto dalla metropolitana al luogo di lavoro, mi ha colpito l’insegna di una piccola libreria che si chiama Il mio libro, fatta a mosaico.

E’ da un po’ che ci faccio caso e così oggi l’ho fotografata: ma solo a me il terzo puntino della “i” ricorda un cuoricino? Uno dei prossimi giorni entro e lo chiedo alla proprietaria. Qui la pagina Facebook della libreria, mentre questo è il blog La scatola lilla di Cristina Di Canio, la titolare.

Non riesco a capire se mi piace o no la campagna della Fondazione Umberto Veronesi per la prevenzione del cancro ai testicoli. Una cosa è certa: l’hashtag #tocchiamoci lascerà il segno.