Pubblicità sui Social Network: la General Motors va controcorrente.

Dico subito che questo post è per me controproducente, ma siccome questo è un blog trasparente, nulla mi può impedire di riportare quanto pubblicato, ieri, sul Corriere della Sera:

General Motors sospende la pubblicità a pagamento su Facebook. Secondo i manager della casa automobilistica l’impatto sul pubblico dei social network è scarso. Lo scrive il Wall Street Journal secondo il quale la casa di Detroit continuerà tuttavia a curare le proprie pagine su Facebook, attraverso le quali fa marketing, ma non a pagamento.

Evidentemente anche nel Web Marketing non tutte le ciambelle riescono col buco. E poi si tratta di capire con che pasta era fatta la ciambella della General Motors.

Contrordine: la Moratti ci ripensa e scatena il pandemonio su Facebook.

Qualche giorno fa segnalavo in un post l’errore strategico dello staff di Letizia Moratti che, dopo il discusso faccia a faccia con lo sfidante Giuliano Pisapia, aveva lasciato la pagina Facebook completamente incustodita dall’assalto dei commenti dei sostenitori del candidato del PD. Poi sono arrivati i risultati del primo turno elettorale che hanno punito il sindaco in carica e da lì è scattata la molla e il tentativo di salvare il salvabile partendo proprio dalla pagina del Social Network più diffuso al mondo.

E così, come se avessero letto le mie parole, i collaboratori del sindaco di Milano hanno deciso di intervenire drasticamente con un’azione radicale di rinnovamento della pagina fan. Via la vecchia pagina e spazio ad una nuova fan page che, pur rispondendo allo stesso url di prima (www.facebook.com/morattiletizia), presenta una nuova grafica e addirittura un nome nuovo: MiRispondi.it che porta ad un sito dedicato che raccoglie le domande dei cittadini che hanno qualcosa da chiedere a Letizia Moratti. A differenza di prima, adesso ci sono dei moderatori che partecipano alle discussioni piuttosto animate (alcuni messaggi pare vengano censurati) e che invitano a rivolgersi al sito MiRispondi per le domande dirette al candidato sindaco di Milano.

Fin qui dunque tutto corretto, una buona azione di Web Marketing che ha rianimato (pure troppo) la pagina Facebook della Moratti alzando anche il numero degli iscritti (ci tornerò più avanti) grazie al palleggio tra Social Network e sito dedicato. Io ritengo comunque che tra la situazione di abbandono di prima e la bulimia di interventi di adesso ci debba essere una giusta via di mezzo.

Ci sono però due cose da sottolineare. La prima è che la foto della Moratti è decisamente datata e questo non mi sembra corretto, perchè in campagna elettorale bisognerebbe apparire come si è al momento della discesa in campo. La seconda è una questione legata al nome MiRispondi, che rischia di essere accusato di plagio dall’architetto Stefano Boeri, che ai tempi delle primarie del centrosinistra a Milano aveva costruito la sua campagna proprio su un gioco di parole legato alla sigla MI che diventava anche pronome: MIRisponde (la vedete qui sotto).

Ma torniamo alla nuova veste della pagina Facebook di Letizia Moratti perchè c’è un’altra cosa curiosa che vorrei segnalarvi e che riguarda il numero degli iscritti o, per essere precisi, il numero di “persone a cui piace questo elemento”che, al momento in cui scrivo, ha raggiunto l’importante cifra di 33000 like. Se consideriamo che fino a tre-quattro giorni fa il numero dei like era di poco più di 3000, viene da chiedersi come sia potuta accadere una cosa del genere. E così sulla pagina Facebook si moltiplicano i commenti di chi si chiede, per esempio, come sia possibile che “Gli iscritti a questa pagina, dopo essere stati costanti per settimane con crescita modesta fino a 5000, si sono impennati fino a 30000 nel giro di tre giorni in modo palesemente anomalo”. O come mai “i commenti sulla pagina siano passati da qualche decina a 1800 al giorno.”. Un rebus a cui la blogosfera sta tentando di dare una soluzione. Qui trovate, per esempio, una interessante discussione tra addetti ai lavori che stanno tentando di capire come tutto ciò sia potuto accadere.

Avete un prodotto o un attività da lanciare? Ecco perchè conviene usare la rete.

Da qualche tempo, nel mondo della comunicazione pubblicitaria, lo scenario è cambiato: le vecchie forme di comunicazione sono entrate in crisi a causa della nascita di nuovi mezzi di comunicazione legati a internet. Non parlo di banner e di siti vetrina: quelli appartengono al cosiddetto “Web 1” quando ancora internet era solamente un altro mezzo di comunicazione che si andava ad aggiungere a quelli tradizionali offline tipo la televisione, i giornali, le affissioni, le radio etc… Parlo del fenomeno chiamato “Web 2”: mentre prima la comunicazione su internet veniva gestita e creata interamente dal cliente autore del sito, adesso i contenuti e gli argomenti li decide il visitatore, è lui che stabilisce cosa dire di un determinato prodotto e se premiarlo o meno. Il suo giudizio il consumatore lo esprime sui blog, sui forum e sui social network. E così la gente va sulla rete e dice la sua sul prodotto che ha utilizzato un minuto prima. I clienti, col tempo, si stanno accorgendo di questo, scoprendo che la gente è sempre più connessa alla rete, tramite gli smartphone, i pc portatili, la banda larga etc… Questo significa che se un’azienda vuole raggiungere il suo target deve andare a prenderlo direttamente sulla rete: è lì che si trova. Quello che prima si raccontava e si discuteva nelle piazze, nei bar e tra gli amici, adesso si dice sulla rete.

Quindi, in sostanza, quello che io propongo alle aziende è di sviluppare il loro business sulla rete, perché oggi non basta più avere un sito internet graficamente bello ed elegante, bisogna che quel sito sia raggiungibile prima di quello dei concorrenti e consenta a chi lo visita di dialogare con l’azienda per consigliare, chiedere ma anche criticare. Perché è un diritto di ogni cliente.

Se avete qualche domanda da fare scrivetemi.