Nanni Moretti che fa Web Marketing: Habemus Sorpresam!

Avreste mai detto che il pacato Nanni Moretti, regista di film impegnati e icona dello stile low profile, si mettesse a fare un filmato virale sulla rete per portare visitatori sul sito del suo nuovo film Habemus Papam?

E’ quello che è accaduto con FilmQuiz, un filmato realizzato dalla Sacher Film con protagonista  lo stesso Moretti che sfida i telespettatori a indovinare i titoli di quaranta film. Spiega lo stesso Moretti: «Tra questi quaranta film, venti sono facili, dieci difficili, cinque molto difficili e cinque impossibili. Impossibile che qualcuno indovini: dovrebbe essere nella mia testa. Glielo sconsiglio». Il gioco è aperto a tutti: basta andare sul sito ufficiale di Habemus Papam e inviare le 40 risposte entro il 14 maggio.

Il cinefilo che avrà dato più risposte esatte vincerà  l’intero catalogo di DVD e libri editi da Fandango, in caso di parità i premi verranno suddivisi.

E’ probabile che questo esperimento virale porterà parecchi visitatori sul sito dell’ultimo film di Moretti e scatenerà  simpatiche discussioni sui Social Network con commenti divertenti e perfettamente in linea con il target del film. Complimenti dunque al team di comunicazione che collabora con il regista romano. O avrà ideato tutto lui?


Il caso del calciatore Gibson: apre e chiude l’account su Twitter in 97 minuti.

E’ stato proprio un brutto pomeriggio quello che ha passato il centrocampista del Manchester United Darren Gibson che, attirato dalle sirene di Twitter e dal fatto che ormai su quel sito di microblogging ci vanno veramente cani e porci, ha pensato bene di aprire un account pubblico per ascoltare il calore popolare dei tifosi dei Red Devils. Risultato? Gibson ha chiuso l’account nel giro di un paio d’ore, 97 minuti per la precisione, umiliato dalle risposte dei fan (davvero poco fan) che gli hanno dato del brocco e dello strapagato. Per esempio: “Come giocatore, sei un pessimo pretesto”, “Cosa vede Ferguson in te, non lo so”, “Niente mi farebbe più piacere che vederti andare via in estate”.

Sono i rischi che si corrono volendo abusare per forza dei Social Network e della vetrina che offrono a chi vuole stare al passo coi tempi in questa caustica epoca tecnologica. A Gibson va comunque riconosciuto il merito di aver avuto coraggio, e alla fine ha pagato il fatto di non essere esattamente un campione come i suoi colleghi Rooney, Ferdinand o Giggs. In Italia, del resto, sono davvero pochi i giocatori che si espongono alle intemperie dei Social Network. Mi piace ricordare, però, il difensore della Juventus Giorgio Chiellini, uno dei primissimi calciatori italiani ad avere un account su Twitter e ad usarlo correttamente senza la mani adi strafare. Quel giusto che basta.

Patrizia Pepe chiede scusa.

Vi ricordate cosa scrivevo tre post fa a proposito di Patrizia Pepe? Ecco, il brand di abbigliamento fiorentino ha chiesto pubblicamente scusa in un post sul blog ufficiale dell’azienda. Bravi. Ecco il post di scuse:

E’ sempre opportuno essere educati e rispettosi con le persone, anche per difendere le proprie convinzioni e il proprio lavoro?
La risposta è sì, sia offline che online.
E in queste ultime ore abbiamo imparato molto, pur essendo sui Social Media ormai da qualche anno…

Il tutto nasce da una critica ricevuta a una foto della nostra ultima campagna e in particolare a una nostra modella.
Su questo tema l’Azienda ha un’opinione ben precisa leggi qui

Rimaniamo convinti di questo e non è nostra intenzione essere Social dando opinioni banali e scontate o compiacenti.
Non pensiamo che agli utenti si debba dare sempre ragione, ma sappiamo benissimo che, qualsiasi cosa dica, la Rete è un feedback prezioso e come tale va considerato e rispettato.
Eppure talvolta in passato, ma soprattutto in questi ultimi giorni, lo abbiamo dimenticato.
Sull’onda delle emozioni e dell’orgoglio per il nostro lavoro, ci siamo fatti prendere la mano.
Adesso, a mente fredda, vogliamo scusarci dei toni e dei modi: abbiamo fatto lo stesso identico errore che leggevamo negli altri!
Patrizia Pepe è un Brand che ha sempre saputo evolversi, costantemente imparando sia dagli errori che dai successi.

Vogliamo farlo anche in questo caso e vi assicuriamo che stiamo già pianificando delle iniziative concrete.

Altro che David Beckham. E’ Twitter il vero protagonista del nuovo spot della Diet Pepsi.

E’ in giro da qualche giorno il nuovo spot pubblicitario della Diet Pepsi che ha per protagonisti la star colombiana del momento Sofia Vergara e il calciatore David Beckham. Ma la notizia vera, quella che davvero interessa a noi che ci occupiamo di Web Marketing, è la presenza nello spot di un terzo vip: Twitter. Il sito di microblogging viene in soccorso di Sofia Vergara che, per distrarre la folla in fila al bar della spiaggia, posta un tweet in cui dice di avere appena visto David Beckham al molo vicino. Così facendo riesce a dissetarsi con una Diet Pepsi evitando di fare la coda. Credo che sia la prima volta in assoluto che un Social Network si rende protagonista di uno spot pubblicitario. Se togliamo gli spot delle compagnie telefoniche, in cui i Social Network vengono più o meno menzionati, non ricordo altri casi così eloquenti. Quindi, se vi ho incuriosito a sufficienza, qui potete guardarvi lo spot integrale.

E’ Facebook, bellezza, e tu non puoi farci niente, niente. Il caso di Patrizia Pepe.

Da qualche giorno, nella blogosfera, non si fa che parlare di un caso di cattiva gestione dei Social Media da parte di un’azienda.

Il brand in questione è Patrizia Pepe, nota marca di abbigliamento di Firenze, che ha pubblicato sulla bacheca di Facebook una foto (che vedete qui a fianco) con protagonista una modella non esattamente “in carne” che ha suscitato qualche lamentela tra i fan. Ai primi due commenti che poco gradivano l’utilizzo della foto, accusando il brand di favorire l’anoressia, Patrizia Pepe ha risposto così: “Scusate se non rispondiamo, sono provocazioni non utili.”.

Diciamo che non è il massimo del Social rispondere così. Infatti, si è scatenata la ridda dei commenti che, ad oggi, sono arrivati a 140 circa e la maggior parte di essi sono, ovviamente, negativi, anche se alcuni fan hanno difeso il brand. La situazione sembra comunque essere scivolata di mano al brand toscano, tant’è che l’episodio sta rimbalzando anche sull’altro Social Network di tendenza, Twitter, con risvolti che vi lascio solo immaginare.

Tra i commentatori di Twitter c’è anche chi sostiene che è tutta una strategia di buzz marketing per dar vita ad un caso di viral: far parlare di sè per farsi percepire come un brand che va controcorrente nell’utilizzo dei Social Network. Una cosa è certa: la discussione aumenterà la brand awereness di Patrizia Pepe. Resta da capire se la cosa porterà fatturato e vendite alla casa di abbigliamento di Firenze o solamente cattiva pubblicità.

I blogger esperti e i guru della web reputation sostengono che Patrizia Pepe abbia decisamente sbagliato approccio, perchè nei commenti a sua difesa, lo staff di Patrizia Pepe cerca di mettere in un angolo le fan (che ribattono animatamente colpo su colpo) sostenendo la tesi che le modelle sono magre per una questione di DNA. A me, tra l’altro, la modella non sembra essere particolarmente magra, visto il panorama pubblicitario che c’è in giro. E’ vero però, che c’è stata una mancanza di tatto nelle primissime risposte ai commenti dei fan su Facebook.

Concludo con una citazione: è Facebook, bellezza, e tu non puoi farci niente, niente. O meglio, una cosa la si deve fare di default: non litigare con i fan sul web.

Del caso se ne stanno occupando anche diversi blog di moda, tra cui segnalo Mind The Cap.