“Un italiano su due utilizza internet”: care aziende, non è arrivato il momento di svegliarsi?

Il nono Rapporto del Censis-Ucsi sulla comunicazione parla chiaro: crescono in maniera esponenziale gli italiani che navigano in rete. Per l’esattezza sono il 53,1% (+6,1% rispetto al 2009), quindi più di un italiano su due che va su internet a “fare qualcosa”. Si informa, si diverte, dialoga con altra gente, ascolta musica, scambia foto etc… Ma fa anche altre cose, tra cui scegliere un prodotto piuttosto che un altro, decidere di andare in vacanza in un determinato agriturismo toscano o in un preciso villaggio turistico siciliano. Navigando decide anche da quale dentista andare a farsi curare una carie o a quale idraulico affidare le cure del suo lavandino che si è rotto. Il 53,1% degli italiani va quindi su internet per fare un sacco di cose. E tra queste cose può quindi esserci anche quella di venire a visitare il vostro sito, il vostro blog o la vostra pagina Facebook, sempre che abbiate tutto ciò*. E se ci capita sopra, non è necessariamente perchè glielo avete detto voi, ma perchè ci è arrivato da Google tramite una particolare ricerca di parole chiave o perchè ha letto di voi su un blog o su un forum o, come accade sempre più spesso ha sentito parlare di voi su Facebook o su Twitter.

Direi che è quindi arrivato il momento di cogliere questa opportunità e capire, una volta per tutte, che se volete aumentare le vostre vendite e promuovere meglio i vostri prodotti e i vostri servizi, esiste un modo efficace per farlo: comunicare sulla rete. La gente è lì. E aspetta che voi gli diciate qualcosa. O che glielo dicano gli altri naviganti. ma in questo caso dovete esserci, e ogni giorno che passa è un giorno buttato via.

*avete un’attività e non avete ancora un sito, un blog o una pagina Facebook? Parliamone. Senza impegno, davvero.

Il consumatore lancia l’idea e il produttore la realizza. Bello, no?
Si chiama futuro.

Sono capitato per caso sulla pagina Facebook del Mulino che vorrei, una storica community di consumatori di prodotti  Mulino Bianco, e ho scoperto con piacere che è stata realizzata un’idea lanciata un paio d’anni fa: un contenitore in latta per le fette biscottate del Mulino Bianco. Ecco cosa scriveva nell’aprile del 2009 MICHIPP su Il mulino che vorrei:

Adoro le fette biscottate Mulino Bianco, ma trovo la confezione davvero scomoda. La carta è molto leggera, spesso si rompe. Il piccolo adesivo che serve per richiuderla si riempie facilmente di briciole e non attacca più. Il risultato è che la confezione rimane sempre aperta, e oltre a rischiare di cadere fuori, le fette prendono aria, e, in caso rimnagano aperte a lungo, perdono la loro fragranza. La mia idea è: una scatola con coperchio, magari di latta decorata, in cui inserire l’attuale confezione di carta. La scatola si potrebbe avere su richiesta a Mulino Bianco, magari con un paio di prove d’acquisto o anche senza. Un po’ come i regali, ma in questo caso l’uso della scatola è strettamente legato all’uso del prodotto.

Ed ecco la risposta di Barilla alias Mulino Bianco:

Grandi notizie per gli amici del Mulino che hanno sostenuto l’idea di una scatola di latta per le fette biscottate: la scatola è ora disponibile nella nuova raccolta Momenti di Pane 2011!

Bello no? Si chiama Web 2.0 ed è il marketing che parte dal basso, il marketing creato dai consumatori.

Qui trovate un altro caso di successo legato al marketing che parte dal basso.

Un’azienda italiana su due trova nuovi clienti grazie ai Social Network.
E la tua, cosa aspetta?

In un sondaggio condotto da Regus basato sulle risposte di 17.000 manager e imprenditori di 80 Paesi, è emerso un netto aumento del numero delle aziende che utilizzano i Social Network per arrivare a nuovi clienti. E’ salito infatti al 48% il numero delle aziende italiane che sono riuscite ad acquisire nuovi clienti grazie alle attività di social networking aziendale.
Il sondaggio rivela che il 52% delle aziende mondiali e il 53% di quelle italiane utilizza frequentemente Twitter e Facebook per mantenere i contatti con i clienti esistenti. In particolare, in Italia, il 42% delle aziende consiglia e stimola i clienti e  i propri dipendenti ad iscriversi a Linkedin, Xing e Viadeo, rispetto al 53% del dato delle aziende mondiali. Il 33% delle aziende italiane dedicano fino al 20% del proprio budget di comunicazione alle attività di Social Networking aziendale. Il fenomeno del Social Networking  non è più, quindi, solamente un simpatico passatempo, ma si rivela una importanza necessità per aumentare contatti e fatturato.

E voi, cosa aspettate? Parliamone.

“Scusi, mi darebbe la sua amicizia?”. Quando il mondo virtuale si intrufola in quello reale.

Bello e intelligente questo filmato realizzato dall’English National Opera in cui il protagonista gira per la città a “cercare amici” come se fosse su Facebook e si mette a “seguire le persone” come accade su Twitter o addirittura si diverte ad appiccicare dei like sui loro corpi. Significative le espressioni stupite e divertite della maggior parte delle persone importunate. Il video, ripreso anche dal sito di Repubblica, ci racconta quanto il mondo online e quello offline siano diversi e distanti dal fenomeno dei Social Network.

Marketing dal basso: cosa succede se i consumatori lanciano le idee ai produttori.

Gli ultimi casi di cronaca legati alle morti dei bambini dimenticati in macchina dai genitori distratti, hanno turbato così tanto una mamma-blogger di nome Chiara la quale ha pensato di utilizzare la forza di Facebook per farci una bella discussione tra mamme. L’idea di Chiara, che ha già raccolto un centinaio di commenti, sta portando a dei risultati concreti tra cui la proposta (lanciata ai produttori di seggiolini) di inserire dei sistemi acustici di allarme per segnalare l’eventuale rischio di abbandono del bambino in macchina. L’idea semplice e intelligente di Chiara, unita alla straordinaria reattività del Social Network più diffuso al mondo, è un tipico caso di Web 2.0 e di discussione che parte dal basso (consumatori) sperando che arrivi alle orecchie dei costruttori. Proprio per questo motivo Chiara, nel corso della discussione su Facebook, ha coinvolto anche i responsabili di Inglesina, nota marca produttrice di carrozzine e seggiolini per bambini, non ottenendo però, al momento, nessuna risposta.

Qui trovate un altro caso di successo legato al marketing che parte dal basso.