Scaldate pc e tablet: adesso l’automobile si sceglie su Internet.

La notizia arriva da una ricerca condotta da Google Italia dal titolo: “L’azienda è diventata digitale” in cui emerge che sono sempre più numerosi gli utenti che si affidano alla rete per scegliere quale automobile acquistare e, una volta scelta, decidere dove e come acquistarla.

Sono infatti cresciute del 68% le ricerche effettuate su Internet nella categoria “auto brands”, mentre quelle su “auto parts” sono aumentate del 60% e quelle su “automotive” del 48%.

Risultati che confermano che la prima fase di analisi e confronto dei vari modelli di automobile non avviene più andando fisicamente nelle concessionarie, ma leggendo attentamente le notizie trovate sul web. E questo soprattutto per ciò che concerne il mercato dell’usato.

Un altro segnale concreto che il marketing è cambiato. I produttori di automobili (e non solo) sono avvisati: la gente va stimolata su Internet, perché è proprio lì che adesso bisogna investire se vogliamo convincere il target della bontà del nostri prodotti e servizi.

Ecco lo showrooming: il libro lo scegli in libreria ma lo acquisti sulla rete.

Un bookstore di Amsterdam.

Signore e signori, ecco a voi lo showroomingil nuovo nato nel mondo del marketing editoriale.

E’ la tendenza che  utilizza lo spazio all’interno delle librerie e lo trasforma in showroom, dove il negozio diventa un puro spazio espositivo per vedere e ammirare i libri e poi correre a casa a ordinarli via web, evitando così di passare dalla cassa. Semplice no?

Addirittura pare che ci sia gente che fotografa il libro col telefonino o ne legge il codice a barre memorizzando così gli acquisti in una sorta di wish list, che verrà poi aperta comodamente a casa, e resa realtà su Amazon o su qualsiasi altro rivenditore di libri sulla rete, basta che si risparmi, per la gioia dei librai…

Una ricerca di Codex Group ha rilevato che il 39 per cento dei clienti di Amazon, prima di acquistare un libro è andato a sceglierselo in libreria, dove tutto è meno freddo di un monitor di pc, c’è un commesso gentile che ti coccola, ti aggiri tra i banconi e trovi un ambiente più confortevole rispetto a un e-commerce.

Ma a lungo andare, lo showrooming rischia di uccidere le librerie con dentro i librai e i loro commessi. Ma anche questo è il web, e non possiamo farci nulla. Purtroppo.

Nella foto: un bookstore di Amsterdam

I tempi cambiano, meglio investire nel Web Marketing.

Leggo sul sito LSDI:

La pubblicità sui quotidiani Usa scenderà quest’ anno a oltre la metà del tetto recordi di 49,4 miliardi di dollari toccato nel 2005. Lo prevede un’ analisi della NAA (Newspaper Association of America),  come segnala Alan D. Mutter sul suo Newsosaur.

Con i ricavi dei giornali in costante declino nei primi tre trimestri del 2011, gli editori infatti difficilmente riusciranno a superare i 24 miliardi di introiti  pubblicitari registrati nel 2010.

Dopo un calo del 9,5% e dell’ 8,9% dei primi due trimestri, le entrate pubblicitarie sono ancora peggiorate nel terzo, segnando meno 10,8% ed è quindi prevedibile che complessivamente  i risultati globali nell’ anno in corso si fermino sotto i 24 miliardi.

Cosa aspettate allora a puntare sul web? E’ lì che la gente adesso va a parlare, informarsi, discutere.

E ricordatevi che fare pubblicità sulla rete, o comunque investire dei soldi, costa molto ma molto meno che farlo sui media tradizionali.

Cinguettare è meglio che urlare: ecco il primo governo dell’era Twitter.

Ieri a mezzogiorno mezza Italia era sintonizzata sulla rete per sapere da quali ministri era composto il nuovo governo del professor Mario Monti.

La metà di loro era su Twitter. E non è una novità. Il microblog dei cinguettii si è infatti nuovamente dimostrato il mezzo più veloce in assoluto per carpire le notizie.

Il professore non aveva ancora presentato la su lista di ministri al presidente Napolitano che su Twitter è comparso questo messaggio inviato da uno studente: “Lorenzo Ornaghi sicuro ministro, ha già avvisato i suoi studenti che interromperà le lezioni all’università”.

E poco dopo un altro tweet: “Mi dispiace chiudere in anticipo le lezioni per ragioni a voi note. Non è un addio, confido che sia un temporaneo commiato”.

Il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, ha fornito in anticipo, sempre su Twitter, due nomi di possibili ministri: “Severino alla Giustizia, Terzi agli Esteri”.

Altri studenti universitari hanno scritto confermando che anche Anna Maria Cancellieri aveva annunciato il suo impegno governativo. Sul microblog dell’uccellino le indiscrezioni si sono rincorse per quasi tutta la mattina, anche a causa del ritardo con cui Monti ha presentato il suo team di ministri.

E  sempre via Twitter, un altro direttore di giornale, Stefano Menichini di Europa, ha buttato lì  un sospetto: “In altri tempi un’attesa così lunga l’avremmo letta in un solo modo: Napolitano sta riscrivendo la lista E forse è proprio così“.

Insomma, grande successo di pubblico e di critica per Twitter, come ai tempi delle rivolte arabe e, purtroppo, della recente alluvione in Liguria e in Lunigiana. A proposito di quest’ultimo evento, posso riportare la mia diretta testimonianza dell’efficacia di Twitter avendo io stretti legami con la Lunigiana, Pontremoli per l’esattezza, dove mia moglie ha dei parenti. Con Twitter siamo riusciti a seguire, quasi in tempo reale, l’incalzante succedersi degli avvenimenti e come fare per avere notizie su eventuali vittime o frane.

Se avete un account su Twitter e volete dire la vostra sul governo Monti, utilizzate l’hashtag #lodicoamonti

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