L’importanza del fattore SEO per migliorare la Brand Reputation.

In quest’epoca in cui ormai tutto (o quasi tutto) passa attraverso la rete, per un’azienda diventa di estrema importanza, in alcuni casi vitale, essere ben posizionati nei motori di ricerca. Soprattutto per quanto riguarda le parole chiave (keyword) che sono rilevanti nel settore di riferimento.

Un buon posizionamento sui motori, infatti, contribuisce anche a costruire e rafforzare la brand reputation dell’azienda stessa. Vediamo perché.

Partiamo da una considerazione importante: le posizioni ottenuti dalle aziende nelle SERP dei principali motori, essendo assegnate secondo criteri assolutamente meritocratici, diventano un giudizio di valore fondamentale agli occhi di chi cerca determinate keyword.

Se una volta per apparire sulle Pagine Gialle bastava pagare qualche lira in più per aggiudicarsi le posizioni migliori rispetto alla concorrenza, adesso il Dio denaro non basta più. Parlando di SEO (e quindi di posizionamento organico e non a pagamento) ciò che conta è il ranking, una classifica particolare che viene assegnata a chi lavora meglio sul posizionamento delle parole chiave.

Quindi, se ci sarà stato un buon lavoro di ottimizzazione sul sito (un’ottima Keyword Strategy, testi web oriented, immagini taggate alla perfezione, Link Building etc.) ecco che il sito verrà premiato e figurerà di conseguenza nelle prime posizioni delle SERP di Google, Yahoo e Bing. Il che significa avere un impatto fondamentale in termini di visite e contatti. Infatti, secondo Compete, essere primi su Google significa avere il 53% dei click della SERP.

Inoltre, essere in prima pagina mentre il nostro diretto concorrente arranca in terza o in quarta, è una nota di merito che, oltre ad attrarre più contatti, genera nel potenziale cliente un giudizio di valore che pone il nostro prodotti o servizio in una posizione privilegiata, accrescendo così l’immagine dell’azienda e la conseguente Brand Reputation.

Per non parlare del passaparola che ne deriverebbe: un visitatore soddisfatto si trasformerà quasi certamente in un megafono aperto verso altri potenziali contatti, traducibili facilmente in leads, prospect e contratti.

Volete migliorare la vostra Brand Reputation sulla rete? Parliamone.

Cosa si dice di voi sulla rete? Come misurate la vostra reputazione online? Ecco due casi di studio.

Vi siete mai chiesti che cosa dice la gente del vostro prodotto o del vostro servizio su internet? Pensate che se ne parli bene o invece che tutti ne parlino male? Dite la verità: non morite dalla voglia di sapere come vi giudicano i consumatori che parlano di voi sui forum online, sui social network o sulle pagine di Facebook a voi dedicate?

Per scoprire tutto ciò esistono degli appositi strumenti, più o meno gratuiti, che vi permettono di monitorare la reputazione online della vostra azienda o dei vostri singoli prodotti. Fin qui sembra tutto facile: si trova il software che più vi piace e si inizia a monitorare la rete. Sì, ma poi? Qui comincia il difficile. Il pettegolezzo va arginato, va moderato, va combattuto. Ci vuole pazienza e soprattutto umiltà: come rispondete, per esempio, a qualcuno che su un forum o su un blog ha detto che il vostro prodotto l’ha profondamente deluso? E scrivendolo lo sta dicendo a migliaia di lettori di quel forum o di quel blog? Bisogna intervenire con parsimonia, senza controbattere nervosamente, perché il rischio è di ottenere l’effetto contrario. Ed è proprio in questo momento delicato che potreste aver bisogno di un consulente che vi suggerisca come agire: a tale proposito, se vi va,  io sono disponibile a parlarne senza impegno. Perchè potrebbe succedervi di fare la stessa fine di un produttore di lucchetti americano, che un bel giorno si è visto pubblicare su YouTube un filmato in cui si mostrava che i suoi lucchetti per biciclette a forma di U si potevano aprire utilizzando una semplice penna Bic.

La notizia si è diffusa velocemente in tutta la blogsfera alla velocità di un virus (un classico esempio di Viral Marketing) attraverso la miriade di post pubblicati da altri blog, diventando così una delle notizie maggiormente diffuse dai media tradizionali e non. Davvero una brutta reputazione per quella linea di lucchetti, vero? Ma il peggio deveva ancora arrivare. Al posto di intervenire ad arginare la falla dei cattivi commenti, l’azienda produttrice dei lucchetti è rimasta totalmente a vedere, in silenzio, ignorando qualsiasi organo di informazione che riportava la notizia e il filmato. Un intervento mirato di scuse e di giustificazioni avrebbe sicuramente limitato i danni e fornito un’immagine migliore dell’azienda. Così invece il marchio ne è uscito deriso e danneggiato per sempre. Tempo dopo si seppe che l’azienda era intervenuta sul mercato sostituendo gli oltre 380.000 lucchetti difettosi in giro per il mondo, con un costo di circa 10 milioni di dollari.

Ovviamente, ci sono anche casi in cui la reputazione di un prodotto ne esce bene. E’ il caso dei maglioncini di pile della Decathlon, che in una discussione nata sul social network FriendFeed, è diventato il protagonista in positivo di una serie di commenti dei lettori che hanno detto la loro su questo particolare capo d’abbigliamento in vendita nei Decathlon di tutta Italia. Il prodotto (e la marca) ne esce tutto sommato bene: in uno dei commenti si legge: “Il pile della Decathlon ha due caratteristiche. Per prima cosa è molto bello. Poi è un tessuto di grande durata.” Inevitabile però, in questo genere di discussioni, anche la presenza di commenti non proprio positivi, tipo quello di un lettore che si chiede quanti bambini siano stati sfruttati per produrre il pile in questione e se i coloranti utilizzati siano o meno cancerogeni.

E di voi e dei vostri prodotti, cosa si dice su internet? Se avete domande su questo tema, scrivetemi.