E un altro anno è andato, la sua musica ha finito.

Il titolo è una semicitazione. Gli amanti del genere la capiranno, senza cliccare qui. E senza guardare la foto sotto.

Si chiude un anno abbastanza buono. Anche se in genere si tende a dire: speriamo che il prossimo vada meglio.

Io guardo sempre il bicchiere mezzo pieno. In quello tutto pieno ho paura di affogare.

E adesso parliamo di cose serie.

Ricordate la missione di qualche settimana fa?  Ci sono poche possibilità che vada in porto. Colpa di quelli di Repubblica che si sono messi in testa di fare un restyling grafico di cui mi sono innamorato. E così ho un mese di arretrati (inserti inclusi) da leggere. E i libri ne fanno le spese. Vero Jonathan Frenzen?

Il sito del produttore di polli allo spiedo è finalmente online, con i miei croccanti testi. Cercatelo in rete.

Tra Natale e Capodanno andrò a Strasburgo. Vi farò sapere.

Auguri.

Appunti dopo le vacanze.

In vacanza tutto bene, mi sono riposato cercando di staccare più spine possibili.

La cosa più bella che ho visto? La città di Lubiana, una piacevolissima sorpresa.

 

 

 

 

 

 

 

 

E adesso si riprende.

In questi giorni non vorrei essere nei panni dei social media manager di Carpisa e Buondì Motta. E già che ci sono confesso che a me lo spot della mamma incenerita dall’asteroide piace un sacco. Alla faccia di chi non possiede neanche un briciolo (diciamo un granello zuccherato) di sense of humour.

Ho ripreso alla grande col lavoro: sto partecipando al lancio di un istituto italiano che rilascia diplomi di Image Consultant e sto collaborando ad un progetto di lead generation per una società che si occupa di allestimenti e stand fieristici. 

E poi il solito lavoro di routine per i miei clienti abituali.

Appunti prima delle vacanze.

Due mesi senza scrivere niente. Probabilmente non avevo cose interessanti da dire. Senza il probabilmente.

Nel frattempo però l’Antitrust ha inviato lettere di diffida ad aziende e blogger (tipo Chiara Ferragni, Fedez e Belen) invitandoli gentilmente a dichiarare se stanno facendo pubblicità ad un determinato brand nei loro post.

Ho rivisto un collega con cui lavoravo anni fa e stiamo cercando di capire come poter collaborare nuovamente insieme per proporre alle aziende servizi di web marketing.

A quei due a cui interessa, dirò che in questo periodo ho letto i seguenti libri: I Demoni di Fedor M. Dostoevskij e La neve era sporca di Georges Simenon, e sto leggendo (in contemporanea) il primo volume dei Racconti di Cechov (quelli editi dalla Bur negli anni 80) e il saggio Propizio è avere ove recarsi di Emmanuel Carrere.

E ai restanti tre lettori affezionati dirò che, parlando di lavoro, mi sono occupato di Gamification (se non sapete cos’è leggetelo qui su Wikipedia) per diversi clienti, e ho contribuito al lancio digitale di un servizio di “profumi personalizzati fai da te” che comprende Adwords e Facebook Ads. Oltre a tutto il solito lavoro routinario sui soliti clienti fedeli.

Buone vacanze (io sarò, se tutto va come deve andare, a Graz, Bratislava, Budapest, Lago Balaton e Lubiana. Mitteleuropa, insomma).

Appunti del 23 maggio 2017: libri abbandonati e campagne teaser.

Oggi, andando in ufficio, ho visto una catasta di roba ammonticchiata su un marciapiede. Evidentemente qualcuno che ha fatto un trasloco o che ha sgomberato una cantina o un solaio.

Davvero un sacco di roba. Vecchi sacchi di iuta da cui uscivano scarponi da sci arrugginiti, piccola mobilia, vecchie lampade rotte, documenti medici etc.

Ma, udite udite, anche un paio di sacchi e un baule da viaggio contenenti numerosi libri vecchi, ingialliti e ammuffiti, prevalentemente in lingua francese, ma anche in italiano. Soprattutto poesie.

Sembrava tutto abbandonato e in attesa di venire portato in discarica.

Così ho arraffato i primi tre libri che ho trovato e li ho portati via.

Non si abbandonano così i libri. Vergogna.

Ne approfitto per segnalare il glorioso ritorno di una pubblicità “teaser”, vista ieri in metropolitana.  Ai miei giovani lettori, che non sanno cosa siano i teaser, consiglio di andare ad informarsi in rete.

Non mancherò di pubblicare il seguito.

Appunti del 9 maggio: mea culpa per il lungo silenzio.

Intanto un mea culpa per il lungo silenzio.

Tanto lavoro ma, soprattutto, hanno operato Monica di calcoli alla cistifellea. Tutto bene, grazie.

Nel frattempo ho finito Il male oscuro di Giuseppe Berto, e siccome è stato un parto difficile ma alla fine interessante, ho deciso di ributtarmi sulla letteratura femminile americana.

E così sto leggendo Tutto da capo di Cathleen Schine, autrice di cui avevo già letto un paio di libri un decennio fa. Lei è quella di Lettera d’amore, per capirci.

Sul sito di Rivista Studio ho trovato questa cosa carina che vi riporto integralmente:

Uno dei manifesti pubblicitari più geniali di sempre

Di Dave, un grafico pubblicitario, si sa soltanto che il The Friars, un pub di Bridgnorth – una cittadina delle Midlands occidentali – a un certo punto l’ha contattato per pubblicizzare una serie di serate di musica dal vivo ospitate dal locale. I gestori del The Friars per parlare con Dave hanno usato il più classico dei mezzi, iMessage su iPhone, chiedendogli «un poster per le nostre Music Nights». Il designer – forse per pigrizia, forse per una grande intuizione artistica – ha scelto di ridurre al minimo il suo lavoro creativo, creando il manifesto pubblicitario che vedete di seguito.