E (finalmente) anche i giornali a larga diffusione parlano di Web Marketing.

Ho notato, sfogliando quotidianamente diversi giornali, che aumentano sempre di più gli articoli che parlano di Social Media e di Web Marketing in generale. Repubblica, per esempio, almeno tre volte alla settimana tratta di argomenti a me cari. E ciò non può che farmi piacere, perché se anche i giornali (più o meno popolari) decidono di parlare di come si sta evolvendo il marketing sul web e di come i Social Network stanno prendendo sempre più piede, significa che ormai siamo arrivati a quello che vado scrivendo in questo spazio da un paio d’anni: il futuro è della rete. Piaccia o non piaccia, è così. Non si può più far finta di nulla.

Nei giorni scorsi, per esempio, proprio su Repubblica, il giornale fondato da Eugenio Scalfari e diretto da Ezio Mauro, è apparso un interessante pezzo di Riccardo Luna, (foto) un esperto di internet e di nuove tecnologie e direttore di Wired Italia, dal titolo Benvenuti nell’era dell’invertising, dove il cliente (online) ha sempre ragione. Su questo pezzo casomai tornerò nei prossimi giorni, ma intanto vi invito a leggerlo.

Sempre su Repubblica, domenica scorsa, è uscito un trafiletto firmato dal corrispondente americano Federico Rampini, in cui si parla di come due colossi della rete come Google e Amazon stiano ampliando sempre di più i servizi dedicati al cliente. Interessante, lo potete leggere qui sotto.

Il Marketing del Passaparola: oggi il prodotto si sceglie (sempre di più) su Facebook.

Con questo articolo inizio una collaborazione con il sito www.terzomillennium.net

Spiccioli di una conversazione realmente avvenuta in un liceo di Milano tra tre studentesse durante l’intervallo delle lezioni: Sofia chiede a Camilla e Chiara “Ma voi che blush usate?”. Camilla risponde “Nessuno in particolare, lo rubo a mia madre”. Risponde Chiara  “Anch’io uso quello di mia mamma, ma le ho detto di comprare quello della Kiko, perché su Facebook scrivono tutte che è il migliore e costa poco”.

Quello che avete appena letto è solamente uno dei numerosi esempi del Marketing del passaparola che circolano ogni giorno sui Social Network.  Ed è la consacrazione che ciò che avviene su Facebook, Twitter, YouTube e le altri reti sociali non può piú passare inosservato agli occhi delle aziende che ancora non ci credono.

I dati di una ricerca di qualche giorno fa parlano chiaro: il 51% degli utenti di internet diffida dei marchi che non sono presenti sui Social Network. E questo contrasta con un altro dato implacabile, che dice che solo il 60% delle aziende internazionali ha attivato una strategia di Social Media.

Si stenta a credere che ci siano ancora così tanti Marketing Manager e Amministratori Delegati che ancora non credono nelle reti sociali. E i primi a sorprendersi sono gli stessi utenti che si chiedono perché alcune aziende famose ancora non abbiano una pagina Facebook o un account Twitter. È un po’ come se una delle tre liceali di prima non avesse un profilo su Facebook. Intendiamoci, a una sedicenne non l’ha ordinato il dottore di mettere foto o filmati sulla rete. Ne può tranquillamente fare a meno. Ma per un’azienda è diverso: esserci è diventato quasi obbligatorio, lo chiedono i consumatori, lo vogliono i potenziali clienti. Vogliamo dunque perderli o conquistarli?

Inoltre, il “non esserci” va comunque ad incidere sulla reputazione online di una marca o di un prodotto: sui forum di discussione non si parlerebbe d’altro che dell’assenza ingiustificata su quello o quell’altro Social Network. Un boomerang, se ci pensate.

Ma proseguiamo con i dati: l’89% degli utenti segue almeno una marca o prodotto sui Social.

Il 43% dei giovani tra i 18 e i 24 anni dichiara di aver comprato almeno una volta un prodotto seguendo le raccomandazioni e i consigli presenti sui Social. E se questi prodotti fossero proprio quelli della concorrenza?

E’ quindi giunto il momento, per le aziende che ancora non lo fanno, di attivare una strategia di Social Media, anche se c’è un rovescio della medaglia su cui ancora gli addetti ai lavori devono lavorare: infatti il 30% delle aziende attive sui Social ha riscontrato problemi nella misurazione del ROI. Intanto però ci sono, e parlano ai consumatori e soprattutto li ascoltano. E già questo è un piccolo ritorno dell’investimento.

A proposito, se non sapete cos’è il blush, significa che non avete una figlia adolescente.

L’ascesa di Matteo Renzi nell’universo dei Social Network.

Il sindaco di Firenze Matteo Renzi non sarà molto amato dal centro-destra, ma anche nel centro-sinistra non ha molti amici. Sarà perché i suoi avversari sono invidiosi dei passi da gigante che sta compiendo sui Social Network?

Come dimostrano infatti questi due grafici (tratti dal sito Vincos) l’ascesa di Matteo Renzi nell’universo delle reti sociali è impressionante. In particolare quella su Twitter, dove il sindaco di Firenze supera persino il guru Beppe Grillo. L’attività social di Renzi a me ricorda molto quella di Barack Obama ai tempi della sua candidatura a presidente degli Stati Uniti d’America. E scusate se è poco.