Le ultime dal magico mondo del Web e Social Marketing.

La settimana scorsa sono stato al tradizionale appuntamento con il Social Media e Community Management, nel quale Andrea Albanese, ideatore della Community, ha raccontato le ultime novità sul magico mondo del Web e Social Marketing.

Ecco, in pillole, le cose più rilevanti (e interessanti) emerse:

Finalmente, anche su YouTube arrivano le “Breaking News”.

Albanese dice: “YouTube ha un motore di ricerca pessimo e Facebook se lo sta mangiando. Confermo.

I giovani (in particolare gli adolescenti come mia figlia Sofia) stanno scappando da Facebook. Per andare su Instagram e Snapchat.

Su Facebook arriva il Marketplace per vendere e comprare oggetti. Ci mancava. O no?

Google Maps: la funzione ricerca parcheggi arriva anche in Italia.

Arriva anche da noi la app anonima Sarahah che raccoglie i dati degli utenti. Non ci mancava.

Negli USA debutta Facebook Watch per la produzione di contenuti video originali.

Il creatore del fenomeno “Gianluca Vacchi” si chiama Mirko Scarcella.

Facebook blocca le adv delle pagine che condividono le fake news. Mi sembra giusto.

Durante l’incontro ho avuto modo di conoscere Massimiliano Leva, uno dei (tanti) Social Media Manager di Repubblica.

Appunti dopo le vacanze.

In vacanza tutto bene, mi sono riposato cercando di staccare più spine possibili.

La cosa più bella che ho visto? La città di Lubiana, una piacevolissima sorpresa.

 

 

 

 

 

 

 

 

E adesso si riprende.

In questi giorni non vorrei essere nei panni dei social media manager di Carpisa e Buondì Motta. E già che ci sono confesso che a me lo spot della mamma incenerita dall’asteroide piace un sacco. Alla faccia di chi non possiede neanche un briciolo (diciamo un granello zuccherato) di sense of humour.

Ho ripreso alla grande col lavoro: sto partecipando al lancio di un istituto italiano che rilascia diplomi di Image Consultant e sto collaborando ad un progetto di lead generation per una società che si occupa di allestimenti e stand fieristici. 

E poi il solito lavoro di routine per i miei clienti abituali.

Il programma TV fa schifo? Allora io lo scrivo su Twitter. Ecco l’Auditel 2.0.

Alzi la mano chi non ha mai twittato durante la visione di una trasmissione televisiva. Io lo faccio spesso (e volentieri).

E’ infatti fresca la notizia che la società di ricerca Nielsen Italia dal 2014 metterà a disposizione lo strumento Tv Ratings, un sistema già in uso negli States, ma ancora nel vecchio continente, che permette di analizzare e decriptare le conversazioni e i commenti che si scatenano su Twitter durante le trasmissioni televisive.

Lo strumento funziona così: la Nielsen gestisce una piattaforma in grado di monitorare e ricevere da Twitter tutti i dati relativi al traffico di tweet che interessano un determinato programma televisivo, e li elabora di conseguenza affidandosi ai suoi indicatori di audience. Uno degli introiti economici più importanti di Twitter, è infatti rappresentato dalla vendita di informazioni alle aziende, ai politici e ai protagonisti dello show business: una mega relazione dettagliata su cosa si dice e si pensa di loro nelle conversazioni dei twitter-maniaci.

Una specie di web-reputation live, da aggiungere ai dati già forniti dal tradizionale servizio Auditel. Con la differenza che i dati da Twitter sono caldi e, se vogliamo, più umorali, mentre i dati ottenuti dai campioni Auditel, rimangono freddi.

Il tutto a servizio dei santoni del marketing che avranno a disposizione uno strumento in più per proporre ai clienti e agli inserzionisti la giusta presenza pubblicitaria in televisione.

Quindi, da stasera, scaldate gli hashtag: tutti pronti a scatenarsi dal divano di casa, twittando (male o bene) di questo o di quest’altro conduttore o programma tv.
Una cosa è certa: i tempi del Rischiatutto e di Giochi senza Frontiere sono proprio passati.

Dal Marketing al Web Marketing: la metamorfosi della comunicazione pubblicitaria.

Agli albori del Marketing le imprese promuovevano i loro prodotti/servizi con l’aiuto di un messaggio semplice e diretto ripetuto il più volte possibile ad un pubblico di potenziali clienti.

Un pubblico “di massa” attento alle novità e che poteva essere raggiunto a costi relativamente contenuti con mezzi di comunicazione altrettanto “di massa”: televisione, radio, giornali, affissioni.

Con la differenza che questo succedeva 50 anni fa, epoca in cui bastavano tre passaggi in televisione per raggiungere lo stesso target che adesso ne necessita di almeno un centinaio per essere colpito.

Giusto per tornare ai nostri tempi, da qualche anno a questa parte il Marketing si è dotato di una parolina accompagnatoria: “web”, che altro non è che il risultato dello sviluppo delle tecnologie informatiche “di massa” (internet e mobile) messe a disposizione del pubblico che si è così trasformato da passivo ad attivo, costringendo quindi le imprese a cambiare modelli di riferimento e soprattutto di comunicazione.

Benvenuti nell’era del Web Marketing, un mondo in cui chi riceve il messaggio adesso è anche libero di interpretarlo generando a sua volta un commento che l’autore del messaggio stesso (azienda o impresa) non può assolutamente ignorare.

Il potere della comunicazione si è dunque rovesciato: prima apparteneva alle aziende che urlavano slogan senza dispensare risposte, adesso è monopolio di consumatori sempre più consapevoli del loro ruolo e che tengono monitorate quotidianamente le imprese, costrette a cedere lo scettro a clienti sempre meno interessati alle novità di prodotto e sempre più impegnati nel sapere cosa pensano, di quel prodotto, gli altri comuni mortali.

I guru del marketing hanno così fatto di necessità virtù, studiando strategie di comunicazione sempre più in linea con questa novità di mercato. Per esempio evitando di proporre semplicemente “un prodotto alla massa”, ma tentando di dare spazio alla “emotività del cliente”, consapevoli che coloro che 50 anni fa ascoltavano e basta, adesso prendono il megafono e replicano.

E’ il Web Marketing, bellezza.

L’importanza del fattore SEO per migliorare la Brand Reputation.

In quest’epoca in cui ormai tutto (o quasi tutto) passa attraverso la rete, per un’azienda diventa di estrema importanza, in alcuni casi vitale, essere ben posizionati nei motori di ricerca. Soprattutto per quanto riguarda le parole chiave (keyword) che sono rilevanti nel settore di riferimento.

Un buon posizionamento sui motori, infatti, contribuisce anche a costruire e rafforzare la brand reputation dell’azienda stessa. Vediamo perché.

Partiamo da una considerazione importante: le posizioni ottenuti dalle aziende nelle SERP dei principali motori, essendo assegnate secondo criteri assolutamente meritocratici, diventano un giudizio di valore fondamentale agli occhi di chi cerca determinate keyword.

Se una volta per apparire sulle Pagine Gialle bastava pagare qualche lira in più per aggiudicarsi le posizioni migliori rispetto alla concorrenza, adesso il Dio denaro non basta più. Parlando di SEO (e quindi di posizionamento organico e non a pagamento) ciò che conta è il ranking, una classifica particolare che viene assegnata a chi lavora meglio sul posizionamento delle parole chiave.

Quindi, se ci sarà stato un buon lavoro di ottimizzazione sul sito (un’ottima Keyword Strategy, testi web oriented, immagini taggate alla perfezione, Link Building etc.) ecco che il sito verrà premiato e figurerà di conseguenza nelle prime posizioni delle SERP di Google, Yahoo e Bing. Il che significa avere un impatto fondamentale in termini di visite e contatti. Infatti, secondo Compete, essere primi su Google significa avere il 53% dei click della SERP.

Inoltre, essere in prima pagina mentre il nostro diretto concorrente arranca in terza o in quarta, è una nota di merito che, oltre ad attrarre più contatti, genera nel potenziale cliente un giudizio di valore che pone il nostro prodotti o servizio in una posizione privilegiata, accrescendo così l’immagine dell’azienda e la conseguente Brand Reputation.

Per non parlare del passaparola che ne deriverebbe: un visitatore soddisfatto si trasformerà quasi certamente in un megafono aperto verso altri potenziali contatti, traducibili facilmente in leads, prospect e contratti.

Volete migliorare la vostra Brand Reputation sulla rete? Parliamone.