IABForum 2012: aumentano i giovani ma non diminuiscono le cravatte.

Anche quest’anno sono stato allo IAB Forum di Milano. Chiunque si occupi di Web Marketing e New Media non può fare a meno di partecipare a questo evento che, giunto alla decima edizione, è ormai un must per gli addetti ai lavori.

Prima considerazione a caldo: quest’anno c’è meno gente del solito. Per comodità dicono tutti che la colpa è della crisi. Sarà vero? Potrebbe essere cosí, visto che io stesso ho timbrato il badge solo il secondo giorno.

Tra i tanti workshop gratuiti, quest’anno ho deciso di concentrarmi maggiormente su quello dedicato all’email marketing (da adesso EM).  E l’ho fatto per due motivi, il primo perché a moderare c’era il mio amico Roberto Ghislandi, vecchia volpe dell’EM e il secondo perché gli argomenti trattati erano quelli più stuzzicanti.

I relatori del workshop sull'email marketing allo IABForum di Milano

Sono intervenuti Maurizio Alberti, Managing Director eCircle Srl, Nazzareno Gorni, General Manager di MailUp e Gianluca Cangini, Account Manager di MagNews.

Cerco di mettere in fila le cose più importanti emerse durante il workshop e che ho twittato ai miei follower.

Maurizio Alberti presenta i dati di una ricerca sugli utenti di EM da cui emergono questi dati salienti e interessanti.

L’aumento della fidelizzazione è il risultato più atteso da chi fa o ha fatto EM.

Il tool migliore per integrare i dati a nostra disposizione per fare EM è la web analitics.

La raccolta, l’analisi e l’utilizzo dei dati sono le fondamenta della strategia di eCircle sull’utilizzo dell’EM.

Il 46% delle aziende che fanno EM non ha tempo (o non sa come fare) per verificare eventuali risultati ottenuti. Questo dato è particolarmente sorprendente. Aiutiamole!!!

La mancanza di budget e di risorse sono le cause principali che portano le aziende a NON investire.

La cosa più difficile nell’EM è la generazione di contenuti efficaci. Anche qui The content is king.

Anche nell’EM il cloud la fa e la farà da padrone.

Infine, un dato inclemente per chi ha un sito di e-commerce e lo ritiene lo strumento principale del suo business: il 45% degli utenti di un sito di e-commerce abbandona il carrello per molteplici motivi.

Nazzareno Gorni sforna subito un dato esplosivo: in un anno ogni utente internet genera 322 gb di dati sul web.

Ma chiude con un dato preoccupante: solo il 3% degli utenti che arrivano su un sito di e-commerce chiude la sua visita con un acquisto.

Bello e creativo l’intervento di Gianluca Cangini che, infilandosi una giacca d’oro con le pailettes, intavola uno show immaginandosi di essere nel 2021 e di essere l’artefice del successo di un prodotto che si chiama Home Fly e che si occupo di volo domestico.

Concludo riportandovi dei dati di fatto e delle impressioni che ho colto qua e la negli altri workshop nei quali ho curiosato.

Intanto la scoperta dell’acqua calda: gli investimenti pubblicitari fanno acqua da tutte le parti, l’unica barca che regge all’impatto della crisi è quella di internet. Ma occhio agli scogli…

E poi, il video advertising è tra i mezzi che è cresciuto maggiormente nella storia di qualsiasi altro mezzo di pubblicità.

E ancora, l’Italia è tra i leader mondiali nell’utilizzo di smartphone e tablet, e allora perché la banda larga lascia ancora a desiderare?

Lo scopriremo solo vivendo. Anzi, solo navigando.

Qualche curiosità: a differenza degli altri anni ci sono più giovani, ma le cravatte non diminuiscono. Una cosa che valeva anche gli anni scorsi: allo IAB trovare un bagno è un’impresa titanica.

Poi incontro un amico che ha assistito al forum su “Contenuti e informazione” a cui hanno partecipato Gomez del Fatto Quotidiano e Paolo Liguori e proprio quest’ultimo ha avuto il coraggio di dire agli advertiser presenti in sala che Auditel e Audiweb appartengono al passato, sono roba vecchia. Sempre Liguori, ma questa l’ho letta su Twitter (hashtag #IABForum), avrebbe detto la seguente memorabile battuta: “Quando ho saputo della scelta di Lucia Annunziata per la direzione dell’Huffington Post Italia sono scoppiato a ridere”.

Nel frattempo, nell’aula Silver dello IABForum hanno assegnato il premio per la migliore start-up dell’anno. Ha vinto Iubenda.

Ma la volete sapere la novità più bella di quest’anno allo IABforum? Il sushibar.

La ricerca Digital Marketing Trends 2012: la gente è sempre più connessa e il 90% ha fatto almeno un acquisto online.

Qualche giorno fa ho ricevuto una mail di Michela Parziale, Marketing Strategist per Diennea MagNews, che mi anticipava una novità interessante per noi che ci occupiamo di web marketing e di comunicazione sulla rete. La cosa più semplice, per non dimenticare nulla, è di riportare intgralmente il contenuto di quella mail:

Ciao Enrico, ho il piacere di segnalarti che dall’8 luglio è disponibile la ricerca “Digital Marketing Trends 2012”, realizzata da Diennea MagNews in collaborazione con Nielsen.
Lo studio riprende quanto analizzato l’anno scorso nella ricerca “Email Marketing Trends 2011” e fa il punto sull’utilizzo dell’email privata e aziendale da parte degli utenti Internet italiani. In più, approfondisce i temi dei social network e dell’e-commerce.

Per un colpo d’occhio sulla ricerca puoi consultare l’infografica disponibile qui . Allo stesso indirizzo puoi scaricare gratuitamente la ricerca completa e il suo executive summary e condividere i materiali e i risultati che trovi più interessanti sul tuo blog.

Tra i dati che emergono, l’analisi 2012 conferma alcuni key finding emersi anche lo scorso anno: il 95% del campione (1.000 individui) è connesso tutti i giorni, il 64% per più tre ore e mezzo al giorno e tutti gli utenti controllano e inviano e-mail quando si collegano ad Internet. Anche il processo di lettura dell’email è rimasto invariato: due terzi dei messaggi ricevuti sulla casella di posta privata vengono cancellati ancor prima di essere letti: la discriminante? Il mittente del messaggio.
Le newsletter inviate agli indirizzi di posta aziendale riguardano due volte sul tre argomenti professionali e nella metà dei casi news e informazioni più generali e registrano ottimi tassi di lettura: l’88% le legge immediatamente o appena può.
Circa il 90% del campione ha fatto acquisti online almeno una volta nella vita. Tra i fattori su cui lavorare per migliorare la penetrazione del fenomeno dell’e-commerce in Italia ci sono le spese di spedizione, ad oggi troppo elevate, e la fiducia degli utenti, ancora poco convinti della qualità dei prodotti acquistabili in rete.


Quanto sono “social” le aziende italiane?

A leggere i dati emersi da  “Quanto è Social la tua Azienda?”, un’indagine sull’utilizzo dei social media da parte delle aziende italiane,  nata dalla collaborazione tra AIDiM, ANVED ed eCircle, la prima cosa che salta all’occhio è la volonta delle aziende di utilizzare i Social Media allo scopo di aumentare il dialogo con i consumatori raccogliendo più opinioni opinioni possibili sul brand e sui prodotti/servizi offerti. Una lettura approfondita dei dati dell’indagine, rivelano però una diffusa mancanza di strategie mirate allo sfruttamento delle suddette opinioni dei consumatori per trasformarle in concrete opportunità di business.

Il dato più interessante è relativo al numero di aziende utilizzatrici dei Social Media: infatti ben il 75% ha ammesso di utilizzare regolarmente Facebook, Linkedin, Twitter e blog per comunicare con i loro clienti. La percentuale sfiora il 100% quando parliamo di aziende con servizi di e-commerce.

La figure del leone la fa ancora Facebook, che con l’84% si conferma come il social network più utilizzato, seguito da Linkedin e Twitter. Il neonato Google+ si difende bene con il 25% di gradimento. Andando a leggere nel dettaglio i numeri di Facebook, scopriamo che oltre il 60% delle aziende italiane consultate ha optato per l’apertura di una fan page o di un profilo. Solo il 30% di esse, però, ha deciso di investire in una campagna pubblicitaria sui social network.

Interessante anche il dato che riguarda le nuove risorse introdotte in azienda per sviluppare questo tipo di business: il 54% delle aziende ha almeno una figura interna dedicata alla gestione dei social media, anche se solo il 58% delle aziende aggiorna regolarmente le pagine o i profili.

E voi, cosa aspettate a sviluppare il vostro business sulle reti sociali? Parliamone.

Ecco lo showrooming: il libro lo scegli in libreria ma lo acquisti sulla rete.

Un bookstore di Amsterdam.

Signore e signori, ecco a voi lo showroomingil nuovo nato nel mondo del marketing editoriale.

E’ la tendenza che  utilizza lo spazio all’interno delle librerie e lo trasforma in showroom, dove il negozio diventa un puro spazio espositivo per vedere e ammirare i libri e poi correre a casa a ordinarli via web, evitando così di passare dalla cassa. Semplice no?

Addirittura pare che ci sia gente che fotografa il libro col telefonino o ne legge il codice a barre memorizzando così gli acquisti in una sorta di wish list, che verrà poi aperta comodamente a casa, e resa realtà su Amazon o su qualsiasi altro rivenditore di libri sulla rete, basta che si risparmi, per la gioia dei librai…

Una ricerca di Codex Group ha rilevato che il 39 per cento dei clienti di Amazon, prima di acquistare un libro è andato a sceglierselo in libreria, dove tutto è meno freddo di un monitor di pc, c’è un commesso gentile che ti coccola, ti aggiri tra i banconi e trovi un ambiente più confortevole rispetto a un e-commerce.

Ma a lungo andare, lo showrooming rischia di uccidere le librerie con dentro i librai e i loro commessi. Ma anche questo è il web, e non possiamo farci nulla. Purtroppo.

Nella foto: un bookstore di Amsterdam

Le imprese sono sempre più convinte dell’importanza del Social Media Marketing.

Apriti cielo! Uno studio recente della società americana Jive, ha confermato un serio interessamento da parte degli Amministratori Delegati delle aziende americane ( e a ruota quelle europee) verso il Social Media Marketing e una volontà concreta di inserire questa attività nel  futuro prossimo del loro Marketing Mix.

Il 67% degli intervistati ha catalogato i media sociali come “un nuovo ed efficace metodo per parlare ai clienti e coinvolgerli nelle scelte di marketing”.

Il 78%, ammettendo l’importanza di una “Strategia Sociale” all’interno dei piani di marketing aziendale,  ha sottolineato come  i Social Network offrano ai clienti la straordinaria possibilità di parlare (nel bene e nel male) dei loro prodotti  e delle loro scelte aziendali. E questo è  vitale per il futuro dell’azienda, perché permette di aumentare la trasparenza e la lealtà nei confronti dei clienti, ma anche dei diretti concorrenti.

Quindi spazio a Facebook, Twitter e al nuovo nato Google+: solo con l’utilizzo continuo e appassionato di questi strumenti le aziende saranno capaci di attrarre più clienti e quindi più fatturato. In particolare, le aziende che hanno deciso di investire sul commercio elettronico, dovranno fare in modo di attivare questa tipologia di vendita anche sulle reti sociali, con la convinzione che, oggi, il mercato ha piantato le tende (e le bancarelle) anche lì, sui Social Network.

Era ora che anche gli AD se ne accorgessero.