Libri 2.0: quando un tweet mirato vale più di una recensione.

Il web 2.0 è arrivato anche in libreria, autori ed editori sono avvisati. E’ bastato infatti un semplice tweet di 140 caratteri scritto da Valentino Rossi, per far vendere in un solo colpo 200 copie del libro di memorie di Andre Agassi, Open.

E così, se una volta gli editori facevano il filo ai più affermati critici letterari, oggi devono marcare stretto i Social Network perchè, come sostengo da ormai un anno su questo blog, è lì che adesso si fanno i giochi. Non è un caso infatti che i piú accreditati influencer di Twitter ricevano direttamente dagli editori copie di libri da leggere, con la speranza che diventino uno o più tweet da dare in pasto alle migliaia di followers. Ovviamente dipende dal libro. Di certo I Promessi sposi di Alessandro Manzoni non sarebbe il libro adatto per essere sponsorizzato da Twitter, mentre Open di Andre Agassi, sì, perché ha un potenziale target di lettori che si sovrappone molto bene con quello di Twitter.

Valentino Rossi fa parte di quel target e il suo cinguettio: “Me lo ha regalato un mio amico che di libri ne legge un sacco. Ve lo consiglio”. Una settantina di battute che sono valse 200 copie vendute in libreria. Mica male, vero? Quasi 3 copie a battuta.

Recentemente anche Pinterest ha contribuito alle vendite di un libro, si tratta di 1Q84 dello scrittore giapponese Haruki Murakami che ha pinnato alcune sue fotografie sull’ultimo nato tra i Social Network.

A conferma di questo fenomeno virtuale che ha preso il posto del vecchio passaparola, è nato una sorta di “cartello”, nel senso buono del termine, di blog letterari che hanno ricevuto l’attestato di influencer. L ‘hanno creato proprio le Case Editrici e vi figurano blog come Finzioni, Booksblog, Vibrisse, Tazzina di caffè, Minima Moralia, Ho un libro in testa, Letteratitudine e altri ancora.

Se siete una piccola Casa Editrice e avete una promessa letteraria tra le mani, non scordatevi di parlarne anche sulla rete. A volte funziona. E non costa niente.